LA SCOPERTA DELLA MOLECOLA DELLA CAFFEINA
- Giovanni Adipietro
- 23 mag
- Tempo di lettura: 2 min

A contribuire, seppure involontariamente, all'isolamento di questo alcaloide nei primi anni dell'800 furono 3 protagonisti: il famosissimo poeta Johann Wolfang Goethe, un giovane medico tedesco Friedlieb Ferdinand Runge e un gatto.
lo so, sembrerebbe quasi una barzelletta ma è proprio così che è andata.

In seguito al compimento dei 30 anni Goethe, che fino a qualche tempo prima aveva vissuto in modo sregolato abusando di alcool e caffeina in particolar modo, inizia a ridurne drasticamente l'assunzione e a domandarsi se ci fosse qualche tipo di eccitante o droga all'interno dei suoi adorati chicchi di arabica per causargli, a seguito della riduzione, degli effetti così negativi sull'organismo.
In quel periodo il poeta aveva un amico di penna di nome Johann Wolfgang Dobereiner, considerato un grande docente e chimico del tempo. Proprio in una di queste lettere, il chimico accenna al poeta di un suo allievo, Runge, e di esperimento curioso da lui condotto su un gatto, dove grazie all'utilizzo di un estratto di belladonna, aveva generato la dilatazione delle pupille per un determinato periodo di tempo del povero felino.

Curioso di vedere dal vivo l'esperimento, Goethe invitò il giovane ed il povero gatto a casa sua. Dopo aver visto con i propri occhi l'esperimento, egli regala una piccola scatola a Runge con dentro dei chicchi di Arabica chiedendogli di analizzarla per capire se all'interno ci fosse effettivamente una sostanza che provocasse la veglia e stimolasse l'attività intellettuale.
Qualche mese più tardi si riuscì nell'intento di isolare l'alcaloide, ovvero la caffeina. Anche altri scienziati dopo questa scoperta riuscirono loro ad isolare la sostanza per contendersi il primato della scoperta ma noi, oggi, siamo qui per raccontarne il simpatico "dietro le quinte" e apprezzare ancora una volta come questa materia prima abbia veramente portato l'uomo su un livello superiore di sviluppo e razionalità.
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